
Scrivo da un ufficio al settimo piano di un anonimo palazzo di 9 piani, acciaio e calcestruzzo con qualche spruzzata di amianto. Non ho una qualifica precisa. Un foglio attesta il mio stato di stagista. Comunque mi occupo di stampa. Ho un tesserino da pubblicista a marca 132488, guadagnato consumando suole di scarpe. Sono giovane. Un presunto giovane. O di una generazione presunta, giovane. Essendo giovane non sono bravo in nulla, non eccello in niente. Essendo di una generazione presunta, non ho punti di approdo o di riferimento. Ma guardo: forse osservare é troppo, però cerco di vedere le cose. E da qui, il mio paese, piccolo e indegno di maiuscole, mi sembra davvero poco attraente. Intanto, se ci riuscirò, vi descriverò un po' raccontando questa strana cosa chiamata Parlamento Europeo.
Guardare le cose, fermarsi a riflettere sulla loro forma e su quella che lasciano impressa su di noi ogni volta che le cogliamo. Perfettamente sferiche o pungenti, ci illudiamo, per un attimo, di averle fatte nostre, nell'attesa che i dubbi si svelino e le paure si quietino.
RispondiEliminaE intanto, noi, generazione in fuga, meglio se con le scarpe da ginnastica ai piedi per scivolare rapidi sull'asfalto bagnato di rabbia e sudore, ci guardiamo scorrere via mentre qualcuno che ci osserva, lontano, vorrebbe fermarci.
Anche solo per conoscerci.
Grande grande Mr Mario!
RispondiEliminaSiamo messi tutti così...
a presto
Daniele