
Niente allenamento. Niente lavoro. Niente foto. Niente telefonate. Un giro per la città. E basta così. A sentire sulla strada i passi tuoi e quelli degli altri. A cercare di capire come fanno i passi incerti, sull'asfalto. Diversi, tanto, da quelli battuti e precisi di chi sa cosa vuole, di chi crede. Sa. Quantomeno presume di sapere. Una passeggiata di fede per la via delle boutique. Occhi che vendono. Occhi che comprano. Bizzarrie da un minuto. Che bello, mi compro un vestito da 800 euro. Si, mi sta proprio bene. Ma non posso, peccato, arrivederci, grazie. Si, grazie. Al cazzo, pensano. Anche giustamente, forse. Esco e cammino. Continuo sulle scarpe nuove fino a farmi dolere i talloni. La borsa del portatile che squilibria il corpo e mi fa andare quasi zoppo. Anzi: caracollo. Che sta bene, via: come quelle persone felici che camminano con i piedi che si muovo nella direzione verso cui tira il sorriso. Incrocio un campo di rose lungo galerie de la Reine e branchi di scolari ululanti per la Gran Place. Mi perdo dentro un negozio di fumetti. Si: oggi sembra una di quelle righe bianche fra un frame e l'altro.
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