Il mio lavoro è stare in mezzo alla gente, a servizio. Espressione singolare di un amore per se stessi e per gli altri. Tutti, o quasi, siamo a servizio. Chi pagato, chi gratuito. Me lo disse un amico prima di partire per Santiago. "A servizio, ricordati, che ci stai sia per te, che per gli altri. Il 70% del piacere di servire è solo egiosmo personale". Nella sua follia, Enrico ha ragione. Lui che a servizio ci sta, pagato, 12 ore al giorno.
Sono passato dal servire una testata e la dea informazione a servire i tavoli e i clienti. Stessa cosa. Identica. Solo che qui il contatto umano è diverso. Non la passione. La curiosità. Il piacere di farlo. Non è un caso che abbia trovato dietro al banco il Leo. Sguardo pugliese, foggiano. Inconfondibile. Occhio da barista, non tutti ce l'hanno. Sa capire chi gli sta davanti in quei 10 secondi decisivi per capire cosa dire o cosa proporre. E' un'arte anche quella del barman: da apprendere nel tempo.
Non è un caso nemmeno che a prendermi sia stato Andrea. Non ho ancora capito perché. Di certo è stato il primo, l'unico, che non ha avuto bisogno di vedere un curriculum. "Mi servirebbe un cameriere. Firma il contratto e proviamo". Per ora va bene. Non posso dire che sia tutto a posto. Siamo a metà dell'opera. L'imporante è la passione!
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