C'era una volta un bambino che abitava nelle placide colline italiane. La sua famiglia era normale, come tante famiglie di quel bel Paese che si stendeva come una lunghissima penisola in mezzo al mare. Un giorno il papà portò il bambino su una pista per Go-kart. Per gioco, per passare una domenica diversa. Mette il piccolo sull'aggeggio a motore, lo accende e lo mette insieme a una decina di altri bambini dentro una pista. E lui è il più lento di tutti. Proprio l'ultimo, quello che non andava neanche a spingerlo. Torna nei box. Papà e un amico fanno finta di mettergli a posto il go-kart ma non gli dicono niente. "Così dovrebbe andare. Vai e provaci ancora, Alex". E lui rientra in pista. Giro dopo giro migliora. E a fine giornata è il più veloce di tutti, non lo ferma più nessuno, solo la mancanza di benzina.
Alex continua, va avanti, gli piace da matti ed è bravo. Arriva alla Formula 3000, arriva alla Formula 1, alla Indy, diventa campione, due, tre volte, continua a crescere. Ma poi arriva un brutto giorno. E' il 15 settembre 2001. E' una brutta settimana per il mondo. Quattro giorni prima, persone cattive hanno distrutto due palazzi giganteschi uccidendo migliaia di persone. Il Presidente ha dichiarato guerra a tutti i cattivi, nessuno escluso, e nel mondo tutti gli uomini stanno guardando nei loro armadi per eliminare vecchi scheletri che potrebbero essere pericolosi, in questo clima di terrore. Alex però non deve pensare a questo. Lui ormai è un Pilota, spettacolo ed energia, guizza con la sua macchina sulle piste del mondo e vince, non sempre ora, ma spesso.
Quel 15 settembre 2001, dopo 98 giri di pista, Alex ha un problema. Succede una cosa strana: torna per un secondo bambino, perde il controllo della sua macchina e finisce in testacoda, in mezzo alla pista. Un'altra macchina travolge il suo bolide all'ingresso di una curva. E' un momento. Alex muore, vive, muove, arriva in fin di vita all'ospedale. Una donna sugli spalti sviene, dicendo di aver visto un angelo al fianco del pilota, che lo protegge. Ed è vero: Alex torna a vivere, senza gambe. Un Visconte dimezzato che per continuare a correre nella vita, si comporta come il Barone Rampante sugli alberi. Salta e si aggrappa ad ogni sogno che vede vicino a sè, per farsi portare più in alto. Così prima riesce a tornare a camminare, ed è grande la commozione del mondo quando lo rivede, dopo un anno, in piedi. Poi torna a correre! Si, in macchina! Infine, quando ormai sembra che tutti i sogni siano stati realizzati, un fido compare lo convince a fare un'altra follia, a superare il crinale del bosco per avventurarsi in una zona dove non era mai stato, ma dove, gli assicura il socio, è come se si vedesse il Mare.
Alex ci sta. E' vecchio ma non è stanco. Ci riprova ancora. Salta in sella, stavolta di una bicicletta per uomini senza gambe, impara, cresce, migliora. Inizia a vincere, anche lì, dopo essere caduto di nuovo alcune volte, il destino che lo scelto come amico, lo riporta in un posto magico, per un momento magico. E' una favola vera questa e tutti gli uomini di quel mondo, quando l'hanno compresa, hanno avuto come una stretta allo stomaco. Lì, a Brands Hatch, tempio dei motori con la maledetta curva Dingle Dell, una delle più pericolose dell'Universo, Alex ci aveva corso la sua prima gara da Professionista. Il suo primo appuntamento con i motori potenti della Formula 3000. Lì aveva dimostrato il suo talento facendo il giro più veloce, ma perdendo la gara.
Adesso Alex deve correrci, ma in bicicletta. Con la sua bicicletta. Per non rendere le cose semplici, il destino lo fa cadere pochi giorni prima della gara, distruggendo la sua bici. Ma Alex non si perde d'animo. Sa che al destino piace scherzare. Anche se a volte ci va giù pesante, non bisogna mai maledirlo. E' beffardo e bizzoso, il destino. Brutta bestia che però nasconde un sorriso pieno.
Alex ricostruisce la bici, va in pista, si prepara, scende per la prima curva in picchiata verso il rettifilo dove a forza di braccia prende velocità, si incunea nella sua Handbike e percorre le altre curve del tracciato fino a quando non arriva il pezzo più duro. La Dingle Dell. In auto è una frazione di millesimo, un decimo di volante a destra, una leggera depressione sul pedale dell'acceleratore e il contrario su quello del freno. In bici invece, non finisce più. Si sale e la curva è ceca, la traiettoria va sempre impostata e bisogna uscire veloci, anche se si spinge con le braccia. Alex è forse uno dei pochi che ne conosce tutti i segreti, di Brands Hatch. E non li ha dimenticati. Così affronta la curva con impeto, con energia e tanta rabbia. Prende velocità, ancora di più sulla discesa per l'ultima curva e poi taglia in traguardo. Vittorioso. Regalando al Mondo, quello Reale, una favola che aiuterà tutti gli umani ad andare avanti ancora un po', con il sorriso sulle labbra.
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