martedì 26 febbraio 2013

La storia del paese più governabile del mondo

Empy, il cane di Monti, è la  storpiatura
ortografica di Empty. Vuoto, vacuo, vano.
L'Italia è il paese più governabile del mondo. Si, avete letto bene. Il più controllabile, governabile, assuefabile alle decisioni che vengono prese da una ristretta maggioranza di tecnocrati che non avranno - di nuovo - nessun contatto diretto con la popolazione strangolata dal peso dello Stato. I cittadini appesantiti dalle tasse e dai balzelli sono allo stremo delle forze ma, essendo italiani, hanno in dote la splendida e magica capacità di trasformare un risultato prevedibile (e previsto) in una tragicommedia ad atto unico. Con un solo unico nuovo protagonista - attore alle prime armi, goffo e magari brutto da vedere - che dovrà dimostrare le sue doti sul palco più importante. Torniamo però alla tragicommedia in corso: fra una settimana saremo a commentare un governo tecnico come tanti ce ne sono stati in passato. Berlusconi e Bersani diranno che no, non lo avrebbero mai pensato e mai fatto, ma per il bene del Paese s'ha da fare. Lunedì sera - ore 21.58 - Roberto "Opus" Formigoni tendeva una mano a Bersani e scacciava l'anti-programma di Grillo. Fermiamoci lì per non rivangare eventi di campagna elettorale che fanno male ai concetti di comunicazione politica più basilari.
C'è da fare un paragone per capire bene cosa succede: rispetto agli italiani che hanno politici in grado d muovere più mani di una Shiva danzante peri sventolare gli stracci della polemica, i greci sembrano dei lord scozzesi. Almeno loro un governo lo hanno trovato subito senza tante chiacchere. E' chiaro che siamo nella stessa situazione. Che ci sia arrivata la cittadinanza con il voto, che sia stata indotta ad arrivarci dai politici o che sia - in una remota ipotesi - stata pilotata la votazione tramite il riciclo delle schede bianche, poco importa. Il risultato che voleva l'Europa c'è stato. Nonostante il boom di Grillo che tutti gli analisti avevano previsto e che proprio per questo non deve stupire, l'UE ha ciò che desiderava: un paese governabile, da loro. I cittadini hanno voluto un'opposizione nuova, forte e non coinvolta. Un voto per tutelarsi dalle scelte della Commissione. Al di là dei motivi, è chiaro che la classe politica pre-2012 non è stata più credibile. Il voto di protesta ha vinto perché vuole vedere i parlamentari lavorare e produrre cambiamenti seri, e sanno perfettamente - i cittadini - che l'unico sistema per fargli fare questo è mettergli paura. Poi i sistemi per arrivare a questa conclusione sono differenti, ma il sottofondo da cui parte tutto è sempre lo stesso. Non ci sarà più un'altro momento in cui gli italiani diranno "questa è l'ultima volta". La prossima - in caso di protrarsi delle beghe e delle problematiche, in caso di elezioni prima del giugno 2014 (tornata delle Europee) - sarà la volta in cui a governare saranno altri.

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